"la traccia" n.3 aprile 1996 agesci piemonte
DOSSIER TIROCINIO
0rmai da molto tempo il tirocinio fa parte
dell'iter di formazione capi, ed è un momento
molto importante dove il giovane capo impara
facendo e dove rafforza quelle convinzioni
che lo hanno portato a scegliere un servizio
educativo. Il tirocinio inizia con l'ingresso in
Co.Ca e con la partecipazione ad un Campo
Metodologico di Branca e continua per un
anno concludendosi con il Campo di
Formazione Associativa. Nel tirocinio, come
nel cammino educativo scout, il protagonista
della propria crescita è il Tirocinante;
essendo questa però una situazione di tipo
formativo e non educativa in senso stretto,
Sia Comunità Capi e Zona, insieme al
tirocinante, sono coprotagonisti in ruoli
distinti dell'ideazione, realizzazione e
verifica del tirocinio.
Ci sono alcune norme generali che occorre
stabilire affinché sia realmente un anno di
tirocinio. Queste regole-obiettivi vengono
desunte dai documenti associativi e da tutti
gli articoli prodotti su tale argomento da
Scout Proposta Educativa (n. 38 1987, n. 35
1990, n. 3 1991, n. 7 1991 e n. 25 1992).
Queste regole sono le seguenti:
- i tirocinanti non dovrebbero mai avere un ruolo da
capo unità
- I capi unità devono essere consapevoli di fare
trapasso nozioni; 0 devono essere previsti alcuni momenti di verifica
all'interno delle Comunità Capi, in modo che si possano esprimere problemi,
difficoltà e aspettative
- deve essere previsto un rapporto molto stretto tra il
tirocinante e il membro della Comunità Capi che lo accoglie e
lo aiuta ad integrarsi nella Comunità Capi
Ci piace anche pensare che tutto l'anno
del tirocinio sia improntato alla costruzione
del Progetto del Capo, ove il Capo è inteso
come educatore che ha bisogno di
apprendere e di confrontarsi con persone
più esperte nel saper fare, saper far fare e
saper essere. Non sempre però questo
momento è sfruttato appieno dal
tirocinante, sia per la carenza di strumenti e
di tempo, sia per l'esigenza di coprire le
unità. Il Consiglio Generale 1994 ha dato
mandato al Comitato Centrale attraverso
Gruppi, Zone e Comunità Capi di raccogliere
il patrimonio dell'associazione riguardo
questo tema, in modo da proporre reali
strumenti di supporto ai Capi Gruppo e ai
Responsabili di Zona. Il nostro lavoro è
partito proprio da questa richiesta ed è
strutturato in vari momenti che hanno
prodotto un documento finale presentato al
Consiglio Regionale del 19 febbraio 1996.
Questa elaborazione porterà ad una
sperimentazione della durata di circa un
anno e a una raccolta dati successiva per
realizzare una riflessione più approfondita
sul tema, anche grazie alla collaborazione di
chi si è occupato del tirocinio durante questi
sei mesi.
I momenti evidenziati sono stati i
seguenti:
- analisi della situazione regionale (tramite colloquio
personale telefonico con i Responsabili Zonali)
- elaborazione delle esperienze di Zona per supportare
con materiale ad hoc le Zone che non sapessero come iniziare il discorso sul
Tirocinio
- schematizzazione delle figure che ruotano intorno al
tirocinante e relativi compiti a loro affidati, tenendo presente di utilizzare
strutture già presenti
- ricerca degli obiettivi del tirocinio in
collaborazione con un "esperto" e realizzazione di una serie di schedature per
iniziare
- presentazione del lavoro al Consiglio
Regionale con l'invito a realizzare la
sperimentazione e a invitarci nelle Zone per
collaborare
Il lavoro realizzato in questi mesi non è altro
che la sintesi di quello che in regione si sta già
facendo e non va a incrementare
ulteriormente gli impegni associativi.
Gli obiettivi di questa sintesi sono quelli di
dare supporto alle zone e alle Comunità Capi
producendo un itinerario unico e schematico in
grado di soddisfare, speriamo, le esigenze di
tutti.
L'analisi della situazione regionale è stata
effettuata nel mese di giugno 1995 mediante
un colloquio telefonico con i Responsabili di
Zona. Durante il colloquio sono emersi vari
modi di realizzare il tirocinio utilizzando
strumenti e modalità differenti..Per
completezza riportiamo in quale modo sono
stati impostati i tirocini per zona.
Zona Torino Nord
È stato lanciato il tirocinio con un incontro di Consiglio di
Zona sul tema "Ruolo dei Tirocinanti in Comunità Capi". Da
questo incontro è stata formata una Pattuglia con il compito
di risolvere i nodi problematici del tirocinio e organizzare
l'incontro annuale per questi ultimi. L'incontro è stato
realizzato con l'obiettivo di dare delle dritte comuni e di far
conoscere i tirocinanti tra di loro. Durante l'incontro si sono
trattati i seguenti argomenti:
- lavorare per Progetti;
- le strutture associative;
- la Comunità Capi.
Zona Torino Est
Ha realizzato un incontro trattando:
- la Zona (funzioni, struttura, progetto);
- il Progetto del Capo;
- il Tirocinio (significato, valore del tutor, contenuti).
Zona Torino Ovest
Il Comitato di Zona ha elaborato una traccia di lavoro, inviata poi alle
Comunità Capi, atta a evidenziare i "punti dolenti" relativi al tirocinio.
La conclusione del lavoro ha fatto emergere come punti essenziali:
- la Catechesi;
- il Patto Associativo;
- la Zona Metropolitana.
È stato realizzato poi un incontro con i tirocinanti sul tema Catechesi.
Zona Monviso
È il secondo anno che viene portato a termine l'incontro con i tirocinanti.
I temi trattati:
- la Partenza (come è avvenuta l'entrata in Co.Ca., cosa pensa il
tirocinante riguardo alla proposta del tirocinio);
- il cammino (esperienze positive e negative del tirocinante);
- progetti futuri (cosa intende fare ora che inizia il cammino);
- suggerimenti.
Zona Novara
Sono stati realizzati quattro incontri serali su alcune tematiche emerse
dal Progetto di zona. Il PE è stato progettato ma non portato a termine
per lo scarso numero di partecipanti (è la prima volta che accade dopo
tre anni). Le tematiche trattate sono state:
- educazione nella Fede;
- educazione alla Pace;
- PPU;
- aiuto metodologico.
Per stimolare le Co.Ca. a realizzare qualcosa sul tirocinio è stato
fornito a tutti i capi gruppo un documento sul Disagio. È stato realizzato
anche un libretto sulle strutture (per la zona è stato adottato il metodo
"Chi fa cosa").
Zona Rivoli
È stato realizzato un questionario finalizzato a creare i contenuti
per gli incontri che vengono realizzati ogni due anni per raggruppare più
tirocinanti. I temi sono:
- il tirocinio come e perché;
- punti di
riferimento
associativi.
Zona Valsusa
Sono stati realizzati due incontri sul
tema: "Essere associazione" (entrata in Co.Ca,
Patto Associativo, strutture zonali).
Zona Vini
È
stato realizzato un incontro sul tema: "Catechesi".
Al momento dell'indagine, le zone mancanti non hanno
strutturato un programma sul tirocinio.
Dalla lettura dei Progetti di zona e dai
colloqui telefonici tenuti con i Responsabili di
Zona la situazione si può sintetizzare in
questo modo:
* Di norma i Progetti di Zona contengono
una parte dedicata ai tirocinanti o
più in generale alla Formazione Capi.
* Non sempre nella preparazione degli incontri sono state
coinvolte direttamente le Comunità Capi.
* Due Zone hanno utilizzato un questionario sulle esigenze dei
tirocinanti per avere materiale di partenza.
* Quasi tutte le Zone hanno realizzato almeno un incontro con
i tirocinanti trattando svariati temi, quali:
- Il Progetto del Capo;
- Il Progetto di Zona;
- La Zona come struttura;
- La Catechesi;
- Il Patto Associativo;
- L'entrata in Comunità Capi;
- Il Disagio;
- La PPU;
- L'Educazione alla Pace;
- La Zona Metropolitana.
La seconda fase ipotizzata durante la
progettazione non è stata realizzata per la
mancanza della documentazione richiesta alle
zone.
Essendo il tirocinio un'esperienza formativa
le molte figure che ruotano attorno al
tirocinante hanno tutte qualcosa da dire o da
insegnare a questo giovane capo.
Dovendo realizzare però un'ipotesi di lavoro
che non porti a un nuovo ed eccessivo onere di
tempo e di forze, tenendo presente che in
tutti i progetti di zona vi è una parte
dedicata al tirocinio o alla Formazione Capi,
abbiamo evidenziato un membro del Comitato
di Zona che ha il compito di far circolare le
idee e stimolare le Comunità Capi a lavorare in
tal senso, e un membro della Comunità Capi
(Capo Gruppo, Capo Unità, ecc.) che
concretamente aiuti lungo il cammino il
tirocinante e che mantenga il collegamento
con la zona.
In collaborazione con il nostro "Esperto" della
scuola FIRAS di Torino (Scuola per Educatori),
abbiamo evidenziato gli obiettivi del tirocinio e
i compiti delle due figure che interagiscono con
il tirocinante.
Gli obiettivi del tirocinio possono essere
sintetizzati come segue:
- Crescita nella competenza educativa e metodologica:
approfondimento dei problemi educativi e metodologici
- Formazione personale e scelta vocazionale: cioè la
capacità di realizzare un proprio Progetto del Capo
- Rapporto tra capi e partecipazione alla vita
associativa: rapporto in Comunità Capi, rapporto
in Staff, grado di partecipazione alla vita
associativa a tutti i livelli
L'aspetto che appare più significativo in questo
contesto è il Progetto del Capo, da cui trae
origine tutta l'esperienza del tirocinio e da cui si attinge il necessario per impostare un
programma di tirocinio.
Proprio per questi motivi il tirocinio diventa il
punto di partenza per progettare la nostra vita
di capi oltre che un momento per accrescere la
propria competenza educativa.
L'aspetto dei rapporti interpersonali è quello
che ci premeva maggiormente. Infatti alla base
di molte rinunce vi è un'incomprensione tra capi:
il tirocinio deve far luce anche su questo aspetto
per poter vivere in modo gioioso anche le
difficoltà incontrate lungo il cammino, difficoltà
che si possono superare se vi è una reale scelta
vocazionale.
Il rappresentante del Comitato di
Zona che sollecita le Comunità Capi ad impostare il tirocinio viene detto
SUPERVISORE (a lui spetta la valutazione finale del tirocinante);
mentre si definisce TUTOR il membro della Comunità Capi che quasi
quotidianamente resta a stretto contatto con il tirocinante.
Il
supervisore e il tutor devono stabilire insieme gli obiettivi del programma
annuale di tirocinio, partendo dai Progetti del Capo, dai bisogni espressi dal
tirocinante e dalle esigenze che eventualmente la Comunità Capi esprime in
relazione all'anno di tirocinio. È evidente, e lo dimostra il fatto che molte
zone lo fanno ormai da molto tempo, la necessità di fare degli incontri
specifici per i tirocinanti (serate a tema o in un Week-End). Questi momenti
sono utili al supervisore per stabilire il punto di partenza dell'esperienza
formativa "Tirocinio", in quanto può valutare in modo obiettivo sia la
situazione oggettiva, (riferimento al luogo di servizio) sia la situazione
soggettiva (le capacità del tirocinante). Il compito di organizzare questi
incontri in base alle esigenze sopra citate è del Comitato di Zona che avrà
anche il compito finale di valutare, per ogni tirocinante, le competenze
acquisite e la qualità formativa dell'esperienza.
Il
tutor ha il compito di aiutare il supervisore in modo più diretto
facendosi carico, all'interno della Comunità Capi, di stimolare le verifiche sul
tirocinio e aiutando il tirocinante nel suo percorso di apprendimento.
Altri
compiti molto importanti sono: ricalibrare gli stimoli e le modalità per
raggiungere gli obiettivi prefissati, controllare l'apprendimento, verificare e
stimolare le capacità autovalutative del tirocinante.
La relazione
finale che compare nello schema qui di seguito è intesa a verificare sia il
tirocinante, sia il lavoro svolto in Comunità Capi.
Ci preme sottolineare che l'autovalutazione è il primo momento di verifica dell'esperienza di tirocinio; questa dà peso e importanza a tutta l'esperienza e nuovo stimolo per continuare e crescere nell'essere capo.
Membro del Comitato di Zona :
* Incontro iniziale con il tirocinante
Stabilire il punto di partenza del tirocinio valutando:
- la situazione oggettiva (riferimento al luogo di servizio),
- la situazione soggettiva (le capacità del tirocinante).
* Valutazione finale Mirata a valutare:
- le competenze acquisite nel campo;
- la qualità formativa dell'esperienza.
Supervisore e tutor stabiliscono gli obiettivi del tirocinio
Obiettivi :
- Crescita nella competenza educativa e metodologica
- Approfondimento dei problemi educativi e metodologici;
- Capacità di leggere la realtà
- Formazione personale e scelta vocazionale
- Capacità di realizzare un proprio Progetto del Capo
- Rapporto tra capi e partecipazione alla vita associativa
- Rapporto in Co.Ca.;
- Rapporto in Staff;
- Grado di partecipazione alla vita Associativa a tutti i livelli.
Membro della Co.Ca.:
- Valutazione in itinere
- Ricalibrazione degli stimoli e delle modalità per raggiungere gli obiettivi prefissati;
- controllo dell'apprendimento;
- verificare e stimolare le capacità autovalutative
Relazione finale
L'incontro con l'esperto ha prodotto anche una serie di schede
che possono aiutare la realizzazione di questo progetto vi
invitiamo a richiederle ai vostri Responsabili di Zona.
Buon lavoro
Ringraziamo per la collaborazione Enrico
Fasano della scuola FIRAS di Torino.
Gli incaricati di Formazione Capi e il referente per il
tirocinio Eugenio Ferrari (tel. 0163/4 l.89.88)