DIFFUSORI DELLA FIDUCIA
RASSEGNAMOCI - rassegna stampa di materiali di base a cura di PeaceLink 27 settembre 1999
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INDICE:
*. ampio sommario del n.10 di Animazione Sociale
====== da: ANIMAZIONE SOCIALE N. 10 OTTOBRE 1999 =======
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Intervista:
DIFFUSORI DELLA FIDUCIA
Intervista ad Antonio Mutti a cura di Paola Molinatto
Nelle condizioni di incertezza in cui oggi ci troviamo, l'incidenza di fattori sociali e culturali come la fiducia, la cooperazione, la legittimita', il consenso, e, in altre parole, di temi ritenuti tradizionalmente soft rispetto ai fattori economici e politico-amministrativo appare in crescita. In questo senso, le relazioni fiduciarie tra gli attori siano essi individui o istituzioni risultano indispensabili non solo per evitare la disintegrazione del sistema sociale
Studi
RIFLESSIONI SULLA FIDUCIA
Francesca Rigotti
Educare alla fiducia: un'educazione che porti a fare assegnamento sugli altri, a
non guardare con occhio dubbioso, diffidente e sospettoso. Ma si puo' davvero
sfatare l'antico proverbio che dice "Fidarsi e' bene, non fidarsi e' meglio"? La
fiducia e' un'attitudine oppure si forma via via, si rinsalda o la si perde a
seconda degli eventi e delle persone che incontriamo, a seconda della nostra
capacita' di alimentare il senso di affidamento sugli altri che nasce dalla stima,
dal tatto, della prudenza?
Prospettive
PER UNA CRITICA DELLA QUALITA' NEL LAVORO SOCIALE
Achille Orsenigo
Che cosa significa parlare di qualita' nel lavoro sociale? Quali particolarita' del
contesto culturale, sociale ed economico e' necessario tenere presenti per non
parlare in modo astratto di un concetto avulso dalla realta' nella quale si vive?
Di fronte agli interessi e alle semplificazioni che si muovono intorno al "sistema
qualita'" e' utile condurre una seria riflessione perche' anche le organizzazioni
assumano piu' consapevolezza della qualita' della vita di chi vi lavora e della
qualita' dei servizi forniti.
Inserto
Disegno di Animazione
INIZIARSI AL SENSO CON LE NUOVE GENERAZIONI
A cura di Laura Belloni, Giorgio Prada, Sandro Sanna
E' proponibile, oggi, una pedagogia che basi la sua scommessa educativa
sull'iniziazione? Per meglio dire, sono pensabili pratiche educative fondate
sull'idea che i ragazzi attraverso prove avventurose e a volta faticose si
trovano a faccia a faccia con la vita, a misurare la loro autenticita' e imparano
cosi' a diventare adulti? La proposta e' quella di un'iniziazione
all'autoconsapevolezza, alla conquista progressiva della propria autonomia, della
propria responsabilita' individuale e, dunque, sociale.
L'inserto nasce da un interrogativo che riguarda le pratiche educative: in quest'epoca complessa e frammentata, che vede cadere tradizioni, pratiche di iniziazione, grandi narrazioni del passato (che rappresentavano un punto fermo per i ragazzi che si accingevano a "entrare in societa'"), e' ancora possibile una pedagogia dell'iniziazione? L'attenzione si rivolge alla nostra capacita' di riformulare le pratiche educative, al quanto e al come esse riescano ad aprire le nuove generazioni a una produzione autonoma di senso. Gli spunti di riflessione offerti dall'inserto attendono su queste pagine altri contributi dei lettori che promuovano una discussione comune. La redazione dell'inserto e' a cura di Roberto Camarlinghi. Gli autori dell'inserto arrivano da una riconosciuta pedagogia dell'iniziazione, lo scoutismo.
INIZIARE ALLA PRODUZIONE AUTONOMA DI SENSO
Giorgio Prada
Con la fine delle cosiddette grandi narrazioni si e' assistito intorno alle pratiche
educative a una sorta di adeguamento alla situazione attuale (frammentata e
complessa); cosi' anche l'educazione pare aver risentito di un certo relativismo.
Affrontare una lettura critica delle pratiche educative puo' servire a ridefinirsi
nel proprio ruolo di educatori e soprattutto puo' rendere piu' facilmente
percorribili le vie che si aprono davanti a noi e ci permettono di "iniziare" i ragazzi
al senso della vita.
PROVE DI APPRENDISTATO DELLA CITTADINANZA
Sandro Sanna
Pensare una pedagogia dell'iniziazione significa rivalutare nell'educazione fatica e prova come vie che conducono i ragazzi a una presa di coscienza di se' e delle proprie responsabilita', dei limiti e delle risorse personali. Attraverso la prova e la fatica i ragazzi vengono a far parte, con pieno diritto, del gruppo degli adulti, raggiungono l'autodisciplina che li guidera' verso gli obiettivi di vita che vorranno
assumere e in maniera autonoma imparano ad alimentare una loro personale
produzione di senso.
INIZIAZIONE, AVVENTURA E PRATICA DELL'ANIMAZIONE SOCIALE
Giorgio Prada
Tra educatori e' importante rendersi a vicenda consapevoli dei fini del processo
educativo e dei modi piu' atti a conseguirli. L'urgenza diventa, allora, quella di
individuare pratiche educative in grado di coniugare avventura, iniziazione e attivita' di animazione sociale. Nei ragazzi la possibilita' di cambiamento e
innovazione del se' e del gruppo nasce spesso proprio dalla novita' nascosta nella
piccola o grande impresa, nell'accingersi a un cammino nuovo, nella capacita' di
"infondere un'anima".
IL CERCHIO DELLA SPERIMENTAZIONE EDUCATIVA
Laura Belloni
La riflessione educativa puo' attingere la sua ricchezza direttamente dalla prassi, dalle pratiche dell'educazione, dalle attivita' che si sperimentano per suscitare vivacita' nei ragazzi. E' cogliendo le intuizioni che nascono dall'esperienza che l'animatore puo' definire un metodo, correggerne la rotta, ritoccarne il disegno. Gli animatori sono coloro che sanno prendere tempo, staccarsi dalla relazione
educativa che stanno vivendo, prenderne le distanze per poterla ripensare.
Barbiana, 25.3.1955
Caro Ezio,
(...) Non so cosa dirti del ping-pong. Io son sicuro che se lo spezzi nel mezzo e se in conseguenza di cio' non avrai piu' nessun ragazzo d'intorno non morra' nessuno. Avrai piu' tempo per pensare, piu' silenzio, e in piu' pian piano andrai costruendo quell'immagine di prete piu' vera e degna di te che con l'andar del
tempo attirera' col suo valore intrinseco molto piu' i ragazzi che il ping-pong. L'immagine di quel vero prete che sei gia' e che non devi mascherare da giocoliere ne' abbassare per avvicinare chi e' in basso. Chi e' in basso (cioe' che cerca disperatamente dei sistemi per buttare via il tempo) deve vederti in alto, magari per qualche anno odiarti e disprezzarti e fuggirti e poi se Dio gli da' grazia pian piano cominciare a invidiarti, imitarti, superarti. (...) Io penso che su questo punto non bisogna avere pieta', di nessuno. (...) Ma un tavolo da ping-pong e' un monumento sempre presente di mira modesta e squalifica la tua dignita' di sacerdote del Dio Altissimo. (...) Ecco dunque l'unica cosa decente che ci resta da fare: stare in alto (cioe' in grazia di Dio), mirare in alto (per noi e per gli altri) e sfottere crudelmente non chi e' in basso, ma chi mira in basso. (...)
Un abbraccio affettuoso e scrivi spesso, tuo Lorenzo.
(Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana)
Esperienze
ANZIANI E COMUNITA' LOCALE
L'esperienza del Centro polivalente anziani di Melzo (Mi)
Cristina Sironi
Contrastare l'isolamento fisico e mentale nel quale tendono a vivere gli anziani e' uno degli obiettivi centrali delle residenze per anziani. Una via puo' essere quella di pensare attivita' in qualche modo aperte alla comunita' locale, che permettano contatti autentici e vivi con l'"esterno" e che prevedano momenti e spazi comuni di
conoscenza e partecipazione. Perche' la residenza non sia un luogo chiuso, ma invece una realta' in cui ci si incontra e si scopre di essere ancora capaci di ascoltare.
Metodo
CULTURE AMMINISTRATIVE E DIPENDENZE INVENTATE
Lavinia Bifulco
Da una parte la poverta' e dall'altra le amministrazioni che controllano requisiti o conformita' alle regole prima di erogare i sussidi: la poverta' si trova a dover fare i conti anche con nodi amministrativo-burocratici non certo facili da sciogliere. Come si possono progettare politiche di lotta alla poverta' senza che l'organizzazione amministrativa e le regole di controllo in qualche modo alimentino le propensioni opportunistiche e le dinamiche viziose che creano dipendenza e cronicizzazione della poverta' stessa?
Luoghi & Professioni
DA TERRA DI NESSUNO A FRONTIERA DEL PENALE
Un'analisi critica dei Centri di servizio sociale per adulti
Salvatore Piromalli
I Centri di servizio sociale per adulti, nel campo delle pene alternative al carcere,
sono terre di confine che vivono tra controllo centrale e ricerca di autonomia, logica del carcere e logica dei servizi territoriali. Una posizione difficile, contraddittoria; ma se da un lato tutto sembra condurre verso finisterre, la' dove la terra finisce e con essa la prospettiva, dall'altro, vivere al confine puo' rappresentare il luogo di avanguardia, il punto da dove si scruta e si definisce meglio l'orizzonte del cambiamento.
Animazionescuola
SCUOLA IN RICERCA DEI GIOVANI E DELLA CITTA'
Percorsi di ricerca con studenti delle scuole superiori a Bergamo
Silvia Brena - Cristiano Iannitelli - Valter Tarchini
Riuscire a "leggere" la realta' sociale di questi tempi non e' facile, ma di fronte a tanta complessita' e frammentarieta' esistono osservatori privilegiati che merita valorizzare. Uno di questi preziosi luoghi di lettura del sociale e' la scuola. Per eccellenza e' luogo d'incontro, di scambio, di relazione tra giovani appartenenti alle piu' diverse estrazioni sociali e culturali e quindi puo' rappresentare per la citta' un laboratorio di lettura, di svelamento dei significati, di ricerca per nuove politiche.
Rubriche
COMMENTI/1. Verso partnership costruttive (Intervista a F.d'Angella)
Bazar.
Fax. Immaginarsi animatore (L. Olivieri).
Libri.
COMMENTI/2. Se sommare alla diversita' la poverta' da' scandalo (A. Goussot)