Da : Mario Gigante Mar 19 Set 95
FRANCESCO D'ASSISI
MEGLIO NON IMITARLO
Hello All!
Con questo, che vorrebbe essere un primo contributo al convegno telematico su Francesco, mi presento per la prima volta a tutti voi frequentatori di quest'area. Ne approfitto per dirvi che scrivo da Pescara dopo avervi seguito per un po'.
Ma torniamo a noi; ricordo un mio prof. di storia e filosofia (un ex frate) che, parlando di Lutero, raccontava che l'agostiniano ribelle (!!), meditando sulle
pagine delle beatitudini del Vangelo di Mt., era giunto alla conclusione che
esse fossero d'origine diabolica perchè chiedevano all'uomo troppo rispetto alle sue possibilita', e percio', narrava sempre questo mio prof., il buon Lutero
decise che quelle pagine andassero strappate. Ora io non so se tutto cio' sia
vero e francamente non e' molto importante, ma sono partito da questi ricordi
scolastici per sottolineare il fatto che di fronte agli aspetti concreti
dell'essere seguace di Cristo, molto spesso gli uomini hanno reagito nella
maniera che, piu' o meno fantasiosamente, il mio prof. ha attribuito a Lutero.
La stessa reazione provo io, uomo occidentale, oggi che anche il papa in Africa
proclama l'occidente colpevole delle condizioni subumane di quei popoli (e purtroppo non solo di quelli). So di non essere solo, solo pochi giorni fa ho
terminato di leggere un libro di un frate cappuccino, Fausto Marinetti, dal
titolo "Canto l'uomo". Fra' Fausto anche in precedenti libri, e'molto duro col
mondo ricco ed una ragazza milanese, Anna, gli scrive una lettera: "Padre, lei
ha puntato il dito. Giustamente ha lanciato l'accusa, ma non lascia nessuna speranza di salvezza a noi occidentali [.....] Lei ci ha gia' condannati. E la mia disperazione consiste nel capire che con lei anche Dio ci ha già condannati."
Di fronte all'accusa di essere dei moderni "Epuloni", la nostra tentazione e' di rimuovere le parole che ci scandalizzano, che ci condannano, non c'e' piu' nulla da fare, sediamoci ed aspettiamo.
Ho scritto tutto cio' perche'secondo me per capire la "follia" di Francesco bisogna partire dal passaggio fra la sua "presunta" precedente normalita' e la sua successiva "santa pazzia".
Solo cosi si potrebbe scoprire (o forse capire) perche' di Francesco si parla ancora oggi come di un utopista o di un santo, di un ingenuo o come di un esaltato. Piu' semplicemente io credo che lui continua a stupirci ancora oggi perche' ha avuto il coraggio di cambiare il suo "punto di vista" (qualcuno ricorda a questo proposito la parabola di Zaccheo il pubblicano, che per incontrare il Cristo dovette appunto arrampicarsi su di un albero ?).
E' quello il passaggio nodale; continuo a pensare che capire, immaginare quello che puo'essere accaduto dentro di lui, ci permetterebbe, sulle suo orme, di imitarlo quali operatori di pace.
Spero che tutto cio' sia pertinente all'argomento e di cio' aspetto conferma dal mod.
bye
Mario