FRANCESCO D'ASSISI ALLA CROCIATA:
DA ANTICROCIATO ?
di Martino Morganti
nota: [ fr = fonti francescane = ff --- F = S. Francesco ]
Dire, o scrivere di Francesco d'Assisi (1181-1226) con distacco, neutralità, oggettività, non è facile.
Francesco è nell'immaginario, forse nel mito, certamente in vasta simpatia. E mi confesso tra i più affetti di partigianeria nei suoi confronti.
Sembra che anche buona parte delle fonti francescane siano già schierate. Con tendenza a teologizzare più che a documentare date e dati nel loro preciso accadere. Il che, evidentemente, crea qualche difficoltà a chi, oggi, ha un
altro approccio con i fatti e i personaggi, con la storia. Costringendo a interpretare, e le interpretazioni non sempre raggiungono conclusioni concordanti. F non sfugge a letture differenti e anche divergenti. Anche in avvenimenti comunque accertati. Più ancora in fatti e gesti che, accaduti o no,
ci arrivano in vesti che assomigliano alla creazione didattica, alla parabola.
Significativo il caso della celebre "predica agli uccelli". Nelle biografie interne all'ordine francescano è passata come splendido ideale di rapporti dialoganti tra umani e gli altri viventi (Celano, Vita prima : F.F. fonti francescane
424). Nei cronisti esterni all'ordine (cfr. "Chronica maiora" di Matteo Paris) si veste di non inverosimile durezza polemica nei confronti delle sordità curiale e papale romana: F non trovando ascolto, si sarebbe recato fuori città e avrebbe chiamato a raccolta uccelli - si noti - da preda (corvi, sparvieri e gazze) che razzolano tra i cadaveri e nei cimiteri. Con probabile ispirazione nel passo
dell'Apocalisse 19, 17-18: "E ho visto un angelo, levato nel sole, gridare con voce forte e dire a tutti gli uccelli che volavano nel cielo: `Venite e radunatevi nel grande banchetto di Dio; mangiate la carne dei re, la carne dei tribuni e dei superbi ..." (si veda in G.Miccoli, La storia religiosa, pp.741-742).
A proposito delle fonti fr due annotazioni.
La prima e in negativo: il capitolo generale dei Frati Minori di Parigi del 1266 ordinò la distruzione di tutte le antiche raccolte biografiche di F per dare spazio all'unica biografia ufficiale cioé la "Leggenda Maggiore" di Bonaventura da Bagnoregio.
La seconda è in positivo: la pubblicazione di tutte le ff oggi reperibili ( e qualcuna si è salvata anche dal rogo istituzionale del 1266!) in unica raccolta: " ff ". La prima edizione a cura del Movimento Francescano, Assisi 1977, in 2
voll. per complessive 2827 pagine.
Dalle premesse all'episodio che ci interessa: Francesco alla crociata. Un episodio complesso, discusso, forse irriducibile a una lettura unica. Confessandomi non esperto in materia mi limiterò a riferire quanto ho letto: nelle fonti tentando di trarre la trama essenziale dell'avvenimento; nei biografi recenti cercando di individuarne le non unanimi interpretazioni.
I. LE FONTI
1. Interne al francescanesimo
- Tommaso da Celano, "Vita prima" (1228-1229) FF.422 la
prima biografia con molte derivazioni. E" stata ritrovata nel 1768. `Vita
seconda": FF. 617
- Bonaventura da Bagnoregio, "Leggenda maggiore"
(commissionata dal capitolo generale di Narbona del 21260 e promulgata dal
capitolo generale di Pisa nel 1263) FF. 1173-1174; 1855; 2212; 2236; 2308;
3213
- ID. "Leggenda minore" FF. 1356; "Miscellanea
bonaventuriana" FF. 2701
- Frate Illuminato, Ricordi, FF. 2690-2691. Due
dettagli non accolti nella Leggenda maggiore
- Giordano da Giano, Cronaca (1262) FF. 2332
- Angelo Clareno, Cronaca delle sette tribolazioni
(1325- 1330) FF. 2157
- I fioretti di S.Francesco FF. 1855. Volgarizzazione
toscana di fine trecento degli Actus beati Francisci
(1327-1340)
2. Esterne al francescanesimo
- "Cronaca di Ernoul" (1227-1229) FF. 2231-2234.
Testimone oculare dei fatti del 1219-1221
- Giacomo da Vitry, vescovo di Acri, Lettere del 1216,
1220- 1221 FF. 2200-2209 e, particolarmente, 2210-2213
- in "Historia occidentalis" (scritta prima della
disfatta di Damietta dell'8 settembre 1221 FF. 2227
- "Storia di Eraclio" (1229-1231) FF. 2238
- Bernardo il tesoriere, "La conquista della Terra Santa"
(1229-1230) FF. 2235-2237
II. L'AVVENIMENTO DALLE FONTI
Le fonti elencata raccontano o fanno riferimento
all'avvenimento in versioni e letture diversificate.
Piuttosto evidente il diverso approccio tra le fonti esternme
o interne al francescanesimo. Tento una specie di sinossi
sicuramente incompleta.
"Due chierici" (uno è Francesco) sono a Damietta tra i
crociati. Chiedono al Legato Papale ed ottengono, ma a loro
rischio e responsabilità, il permesso di passare nel campo
saraceno. Vogliono andarci "per compiere un gran ben" (Ernoul
2231 i numeri rimandano alle Fonti Francescane).
E' la terza volta che Francesco intraprende "il cammino verso i paesi degli infedeli" ("le prime due volte ne fu impedito"). Lo spinge il desiderio di "immolarsi con la fiamma del martirio" (Leggenda maggiore 356).
Arriva al cospetto del Sultano dopo aver subito oltraggi e percosse (ib.). Però il Sultano lo ascolta (Id. 1173-1174; Vita prima 422; Fioretti 1855; Da Vitry 2212; Hist. occ. 2227; Il Tesoriere 2236; e altre) e lo accoglie con buoni
sentimenti (Giordano da Giano 2332). Tanto che i suoi consiglieri lo rimproverano: dovrebbe trattarlo con la spada come conviene acon gli avversari (Il Tesoriere 2236).
Il Sultano offre a Francesco cose preziose (rifiutata) e gli chiede di prolungare la sua presenza presso di sè (altro rifiuto). Così Francesco mancò a ciò che desiderava e cioé il martirio (Leggenda maggiore 356).
Il Sultano avrebbe concesso a Francesco anche un salvacondotto per andare dall'Egitto a Gerusalemme (Clareno 2154, unica testimonianza, senza riscontri nelle fonti più antiche).
Si parla anche di "prove". Il Sultano mette alla prova Francesco: calpestare delle croci (Francesco: ci sono anche quelle dei ladroni ...); come concilia l"essere cristiano con l"invasione di terre altrui (Francesco: voi bestemmiate
Cristo, quindi ...) (Frate Illuminato 2691-2692).
Francesco propone al Sultano la prova del fuoco o ordalia (miscellanea bonaventuriana 2701).
III. L'AVVENIMENTO IN BIOGRAFI RECENTI
Anche gli attuali biografi si occupano, ovviamente, dell"episodio che ci interessa. Ne ho cosultati alcuni. Raccolgo alcune delle loro precisazioni e interpretazioni.
1. FRANCESCO E' STATO ALLA CROCIATA
Sembrano ormai accantonati dubbi sulla storicita" dell"avvenimento. "Questo viaggio puo" aver dato luogo a delle leggende ma bisogna sottolineare energicamente che, in questo caso preciso, esse sono sempre state ascoltate dalla parte della storia" (De Beer, 33).
"Il Francesco «crociato» non è un argomento eludibile" (Cardini, 184).
Si precisano alcune date e alcuni dati.
Francesco si imbarca ad Ancona probabilmente nel giugno 1219 e arriva, circa un mese dopo, prima ad Acri e poi a Damietta, sul delta del Nilo, chiave del sistema portuale, militare e commerciale egiziano, dal cui Sultano dipende praticamente Gerusalemme.
Nei pressi di Damietta si è accampata la V crociata indetta da Innocenzo III ed attuata dal suo successore Onorio III nel 1217. La crociata è guidata da Giovanni di Brienne affiancato dal legato paapale, il portoghese vescovo di Albano card. Pelagio Galvan.
L'incontro di Francesco con il Sultano Malik al Kamil si collocherebbe in un periodo di incertezze militari e di intense trattative diplomatiche (Cardini 193-195).
Francesco rientra in Italia probabilmente tra la primavera e l'estate del 1220 con possibile approdo a Venezia.
2. PERCHE' E' ANDATO ALLA CROCIATA
E' la chiave di tutto. Ed è qui che non si arriva ad una conclusione ma a conclusioni che, probabilmente, sono soltanto ipotesi ancora aperte.
Prima ipotesi: ALLA CROCIATA DA CROCIATO
E' la prospettiva che chiamerei "laica": quella adottata dalle fonti esterne al francescanesimo e anche da biografi attuali non francescani o non ecclesiastici. Tra i non molti a mia disposizione è certamente Cardini il più deciso in questa direzione. Registro senza, almeno per ora, accennare
possibili obiezioni. Andare alla crociata per un cattolico era normale o anche doveroso compreso per uno dello stampo di Francesco.
- "Perchè la crociata non è una «guerra santa» o una
«guerra di religione» ma era un pellegrinaggio armato, scopo del quale era la
conquista, la difesa o - dopo il 1187 - la riconquista dei Luoghi Santi
(185-186): era un andare a visitare le vestigia terrene di Gesù su questa
terra (187)"
- "Perche" era voluta dal Papa. Innocenzo III nella bolla "Quia maior nunc" del 12 aprile 1213 non lascia vie d'uscita: "... il Re dei Re, il Signore Gesù Cristo, vi
condannerà per reato d'ingratitudine, per crimine d'infedelta", se non lo soccorrerete ora che è stato scacciato da quel regno che ha redento a prezzo del suo sangue" (179). L'obbediente Francesco può essere insensibile a questo richiamo? E Francesco come potrebbe contestare le crociate e così correre il rischio di essere intruppato tra gli eretici che osavano tanto ? (186)
Insomma è addirittura "verosimile che Francesco fosse un «crociato» in termini anche tecnici: che avesse preso la croce, il che si faceva, chiesto il consenso dei propri superiori gerarchici (o del coniuge, se si era sposati),
esprimendo un solenne voto e accettando le insegne del pellegrinaggio, una crocetta di stoffa benedetta sull"altare e che si cuciva sulla spalla" (191-192).
Seconda ipotesi: ALLA CROCIATA PER OTTENERE IL MARTIRIO
E' il motivo dominante nelle fonti interne al francescanesimo partendo da Tommaso da Celano. Gesù è morto per morte violenta e la conformità a Gesù è incompleta se non c'è una fine analoga. Convinzione antica (fino al IV secolo soltanto i martiri sono degni di "culto"!) e in auge anche ai tempi.
Livorno, 1995