Del miliardo di persone che vivono con un reddito inferiore ad un
dollaro, oltre 150 milioni sono bambini denutriti e analfabeti
I NUOVI SCHIAVI DEL TERZO MILLENNIO
di Francesca Sarandrea
SEGNOSETTE N.31/32 -- 21/28 settembre 1997
Fame, poverta', sottosviluppo ma anche analfabetismo. In queste
condizioni oltre un miliardo di persone si presentano all'appuntamento
del Duemila ben lontani non solo dagli standard di benessere
occidentali ma anche al di sotto della soglia minima di sopravvivenza
che si puo' di aver varcato quando almeno i bisogni primari piu'
elementari sono soddisfatti. Tra questi c'e' quello di saper leggere e
scrivere.
"Del miliardo di persone che vivono con un reddito inferiore ad un
dollaro al giorno - in condizioni di drammatico sottosviluppo -oltre
150 milioni sono bambini con moderato o alto grado di denutrizione e
che, purtroppo, alle soglie del nuovo secolo, non vanno a scuola: il
germe dei nuovi schiavi del Terzo Millennio". L'allarme e' lanciato
dall'Opam (l'Opera di Promozione dell'Analfabetismo nel mondo) in
occasione della giornata mondiale dell'analfabetizzazione dell'8
settembre e a 25 anni dalla sua fondazione.
"Un'ulteriore riflessione si puo' fare partendo dai numeri - afferma
Don Gabriele Fantinati, consigliere Opam -. L'Unesco (L'Agenzia delle
Nazioni Unite per l'Educazione e la Cultura) ci parla di 800 milioni
di adulti analfabeti, per due terzi donne, e lo stesso rapporto
dell'agenzia delle nazioni Unite per lo sviluppo, l'Undp del 1997, ci
riferisce di altrettante persone che ancora non hanno accesso ai
servizi sanitari di base e all'acqua potabile". Ma soprattutto il dato
tragico per l'implicita impotenza che contiene e' che "gli affamati,
gli analfabeti e coloro che non hanno accesso a un'adeguata assistenza
sanitaria di base sono sempre le stesse persone".
L'Opam cita gli esperti dell'ottavo Rapporto mondiale sullo sviluppo
umano i quali in materia non hanno dubbi: "Come testimonia
l'esperienza dei paesi che hanno conosciuto una crescita rapida, uno
degli elementi che hanno maggiormente contribuito a tale successo e'
stata la disponibilita' di istruzione per tutti. Tali investimenti
producono infatti elevati tassi di ritorno, soprattutto se rivolti
alle ragazze.
Pur essendo conosciuto che l'investimento nelle persone determina
ricchi dividendi solo nel lungo periodo, nessun governante deve
pensare di sacrificare questi obiettivi in favore di esigenze di breve
termine". E mentre per alcuni paesi dell'Asia si notano "alcuni timidi
segnali di ripresa", per gli abitanti dell'Africa del Subsahara la
poverta' e' addirittura in aumento. Dunque l'Opam denuncia ancora una
volta che, a dispetto della globalizzazione, "la ricchezza prodotta
dalla crescita dell'interazione dei mercati, non e' equamente
distribuita".
Chi viene piu' colpito da questa discriminazione economica?
L'Agenzia dell'Onu per lo Sviluppo conferma: "A rimetterci sono i meno
istruiti perche' meno adattabili e mobili. In taluni paesi, anche un
mercato efficiente, pur alimentando la crescita, quale il progresso
tecnico dei computer o l'espansione degli scambi, riduce la domanda
dei lavoratori, in particolare dei meno efficienti". E ancora: " Nella
meta' dei paesi in via di sviluppo il rapporto tra il reddito del 20
per cento della popolazione piu' ricco e quello del 20 per cento piu'
povero e' di 10 a 1, ma in dieci di questi paesi e' addirittura di 20
a 1".
Circa i tre quarti delle persone povere vivono in aree rurali,
dipendono, quindi per la loro sopravvivenza dalle attivita' agricole,
ma sono sempre loro a non aver accesso ad un'istruzione seria, ad una
casa decente, all'acqua potabile e ad un'efficiente assistenza
sanitaria di base. E, a questo punto, scrive l'Opam - e' necessario
creare ambienti adatti per l'agricoltura su piccola scala, le micro
imprese ed il settore informale. Settori che contribuiscono alla
crescita nazionale perche' generano reddito e occupazione a basso
costo con ridotte esigenze di gestione. Accrescere la produttivita'
dell'agricoltura su piccola scala non significa solo creare
occupazione nelle piccole aziende agricole ma anche collaborare a
ridurre i prezzi dei prodotti di base da cui dipende il 70 per cento
dell'alimentazione dei poveri.
Un serio e durevole progresso agricolo tecnologico, dipende, pero', in
larga parte, dall'istruzione degli addetti all'agricoltura. Sul
valore globale dell'istruzione Amartya Sen, noto economista di origine
indiana, sottolinea: "L'espansione del settore dell'insegnamento
svolge diversi ruoli che devono essere accuratamente distinti.
In primo luogo, un accrescimento dell'educazione puo' favorire la
produttivita'. In secondo luogo, un'ampia ripartizione degli
investimenti pubblici nel campo dell'educazione puo' favorire una
migliore ripartizione del reddito nazionale. In terzo luogo, il
fatto di essere educati meglio, puo' contribuire alla trasformazione
dei redditi e delle risorse in una pluralita' di funzioni e di
modalita' di vita.
Infine (e soprattutto) l'educazione favorisce una scelta intelligente
tra i diversi stili di vita che una persona puo' condurre. Tutte
queste diverse influenze possono avere un'importante incidenza sullo
sviluppo di capacita' umane degne d'interesse e, di conseguenza,
sull'intero processo di sviluppo umano".
La sfida definitiva dello sradicamento della poverta' - conclude
l'Opam -- sta quindi nel rafforzamento delle abilita' degli individui
a fronteggiare le avversita' e a costruire, grazie ad opportunita'
scolastiche per tutti, forte resistenza e rinnovata capacita' di
recupero per sfuggire all'impoverimento.