Schiacciato tra Pakistan e India, il Kashmir sogna la propria
indipendenza
UN PAESE, DUE FRONTIERE
di Andrea Casavecchia
in "SEGNOSETTE" N.33/34 - 5/12 ottobre 1997
Durante le celebrazioni per il cinquantenario dell'indipendenza
pakistana, lo scorso agosto, nella regione del Kashmir si sono
verificati disordini che hanno provocato la reazione dell'esercito
e innescato scontri a catena che hanno raggiunto il confine tra
India e Pakistan, dove si sono fronteggiate le truppe dei due
eserciti. Le sommosse seguono un incontro (il primo dal 1989) tra
le due ex colonie britanniche. L'incontro cercava di riallacciare
i rapporti tra i due Stati che sono sempre peggiorati nei
cinquant'anni di autonomia politica. Inoltre appare significativo
che gli scontri siano iniziati in Pakistan, perche' lo Stato ha
sempre appoggiato i ribelli musulmani del Kashmir sostenendo
l'opposizione del movimento indipendentista kashmiro, il quale
teme la perdita di interesse della "questione Kashmir" con il
tentativo, appoggiato e sostenuto da Sharif, di disgelo dei
rapporti tra India e Pakistan.
Il Kashmir e' una zona calda a
causa della sua posizione strategica. Il territorio e' il punto di
contatto tra il subcontinente indiano e il resto dell'Asia. Chi lo
controlla, controlla tutti i traffici commerciali della zona.
Gia' nell'Ottocento la regione era territorio di conflitti tra i
servizi segreti britannici e quelli russi. Quando nel 1947 il
Regno Unito lascio' le sue colonie segno' anche i confini tra
India e Pakistan. L'anno successivo il Kashmir venne aggredito
prima dal Pakistan, poi dall'India. Il primo Conflitto Indo-
pakistano stabili' il confine tra i due Stati dividendo il
territorio in due parti: Kashmir pakistano (Territori del Nord e
Azad Kashmir) e Kashmir indiano (Jammu e Kashmir). Mentre la
prima parte si e' integrata senza troppe difficolta' al resto del
Pakistan, la seconda parte e' stata sempre fonte di
destabilizzazione per l'India, perche' la popolazione kashmira non
si sente rappresentata dal governo di Nuova Delhi; ed essendo di
religione musulmana trova gli appoggi ed i favori del governo di
Islamabad, il quale rifornisce di armi e finanzia i guerriglieri
musulmani.
La linea di confine stabilita al termine della guerra
del 1948 non e' mai stata accettata completamente dalle due
nazioni e le due guerre successive del 1965 e del 1971 (che vedono
protagonisti India ed Pakistan) ne sono prove evidenti.
L'appoggio pakistano ai guerriglieri kashmiri ha fatto crescere il
controllo militare indiano nella zona che a causa di costanti
episodi terroristici (nella zona si contano in cinquanta anni tra
i 14 ed i 20 mila morti) e' diventata un territorio blindato dove
regnano sfiducia e paura. E ha bloccato lo sviluppo di una zona
che era un luogo importante per gli scambi commerciali dell'Impero
delle Indie. Ma le ragioni di questo conflitto si devono cercare
anche nella politica interna dei due Stati. Infatti il Pakistan
deve sostenere i ribelli musulmani del Jklf (Jammu and Kashmir
Liberation Front) per mantenere la calma nel "suo Kashmir". Allo
stesso tempo non puo' farlo formalmente per non invischiarsi in
un'altra guerra con l'India che e' militarmente piu' forte.
Inoltre il governo di Islamabad mira a diventare il paese islamico
guida tra quelli della zona. Percio' non puo' abbandonare i
"fratelli musulmani".
Invece per l'India la cessione del Kashmir aprirebbe la strada ad
altre richieste separatiste (quelle che potrebbero emergere nel
nord-est indiano) e rafforzerebbe le forze reazionarie interne,
aprendo la strada a possibili involuzioni politiche. Cosi' le
battaglie in Kashmir avvenute in agosto durante i festeggiamenti
per l'indipendenza sia indiana che pakistana impongono ai due
paesi una verifica delle loro democrazie (collaudata per l'India,
neonata per il Pakistan). Infatti, sebbene entrambi i paesi
puntino ad assumere ruoli importanti nel panorama economico
mondiale, essi devono risolvere dei problemi interni per
sviluppare la loro societa' civile e rendersi, in questo modo,
meno vulnerabili da eventi simili.
Le due ex colonie britanniche
hanno alcun problemi in comune: la miseria, le malattie che
riguardano gran parte della popolazione come l'analfabetismo (in
India tocca il 50 per cento della popolazione ed in Pakistan il 60
per cento che il Pakistan deve riuscire a distribuire le sue
ricchezze economica e tecnologiche che in questo momento sono
nelle mani dell'oligarchia fino a poco tempo fa onnipotente nel
paese. L'India dal canto suo deve riuscire ad integrare le varie
etnie e le varie religioni che coesistono nel paese.