in occasione del 17 febbraio
IL DIRITTO ALLA LIBERTA' DI COSCIENZA
Non c'è
evoluzione sociale che abbia attuazione sostanziale e duratura se non comprende
il massimo numero di aree e di livelli possibile. E cioè: quando un
evento di carattere evolutivo è dovuto al volere di un vertice o di un
singolo personaggio, ovvero di due Vertici o di un ristretto numero di
personaggi, difficilmente muterà profondamente la realtà
sociale, mancando di radici umane e storico culturali, e sarà
suscettibile di rovesciamento da altro vertice o personaggio. Ai contemporanei poco
importerà se un giorno, nel corso del tempo,
tale evento rappresenterà una pietra
miliare, un punto di riferimento per altri illuminati conati di progresso.
Questo vale anche per le ricerche, gli scritti, i decreti, i trattati, le
leggi riguardanti l'ingresso dei Diritti di Libertà nella gamma dei
Diritti dell' Uomo - e del Cittadino, laddove esista un Corpus Juris positivo,
e, ciò se sono stati elaborati o applicati in assenza di un vasto
consenso nell'opinione pubblica, e non si sono intrecciati con altri
percorsi evolutivi.
Perciò sono sovente naufragati nella Storia dell'Occidente nei due
millenni dopo
Cristo, descrivendo un lungo tortuoso cammino, irto di contraddizioni.
Vedi ad
esempio, da una parte l'Editto di Nantes, promulgato in Francia nel 1598 per
volontà del re Henri IV, onde assicurare ai sudditi, perseguitati la
tolleranza religiosa, e dall' altra la Revoca dello stesso Editto nel 1685 per
mano di un altro re, Louis XIV, che riaprì le persecuzioni.
E poiché l'intolleranza era
il sentire comune di entrambi i fronti della Riforma e della Controriforma, in
Europa (e in America, dove era gia' esportata e prosperava con un salto di
qualità), fu la Revoca che ebbe più vaste conseguenze.
Alla soglia del XXI Secolo, i
Diritti di Libertà brillano ancora soprattutto per la loro
assenza, o per la loro sofferta e discussa presenza.
La Libertà di Coscienza, centrale fra quei Diritti, spicca
purtroppo come un uccello che dispiega le ali par il volo, ma ha le zampe
impastoiate nel catrame indissolubile di
una tradizione liberticida, all' orizzonte della Speranza.
La
Libertà di Culto - o di non averne – insieme alla libertà di
pensiero di espressione, di stampa, di riunione, e' sottintesa nella dizione
"liberta' di coscienza" ed è ormai retaggio della cultura
occidentale ma non sempre appare nella legislazione degli Stati, o non è
chiaramente definita, o è in qualche misura limitata da qualche legge a
latere, come fu mediante il concordato clerico-fascista del 1929, e lo è
ancora oggi
dall'ambiguo Concordato Due del 1984. L'uno e l'altro voluti da un "uomo della
provvidenza".
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Rinunciando di proposito ad analizzare il problema dalla
Libertà come si poneva in Egitto, in Iran a in Palestina, in cui il
rapporto Stato/Religione non era conflittuale e i due Poteri non erano distinti
al punto di configurare una alternativa - la Religione essendo in qualche
modo una funzione dello Sato - (in Israele la Legge divina, la Torah, era di
fatto la norma per lo Stato) - sosteniamo che, nell'Era cristiana, il principio
e la prassi della Libertà hanno avuto intorno a sé schiere di Nemici e di
Amici, ognuno intento a distruggere o a
costruire, e, cambiando di nome nel mutare dei
tempi, non sono cambiati nei contenuti.
Fra i nemici della
Libertà di Culto vi furono le Teocrazia, il Papicesarismo, la
Religione di Stato, su cui prosperarono il Potere Temporale, lo Stato della
Chiesa,
l'Inquisizione.
Il concetto dei due Poteri nel mondo cristiano nacque forse sulla base dal
famoso versetto "Rendete a Cesare quel che è di
Cesare, e a Dio quel che è di Dio" (Marco 12.17).
Il concetto della preminenza della Chiesa rispetto allo Stato, nella formula
teocratica, trovava pretesto e alimento da un altro versetto: "non c'è
autorità se non da Dio" (Rom 13.1).
Un' altra schiera di nemici della Libertà si trovò dalla parte opposta della
Chiesa di Roma, e pretendeva la sottomissione della Chiesa alle autorità
civili, e in ultima analisi restringeva gli spazi di libertà ai cittadini. Erano: il
Cesaropapismo, il Giurisdizionalismo (nel mondo protestante),
l'Erastianismo (nel mondo anglicano).
Entrambe queste schiere crearono
grandi guasti, con persecuzioni, torture, roghi, capestri, genocidi, esodi
– tutti crimini di cui il Cristianesimo di quasi tutte le confessioni si
è macchiato, spingendo ribelli e laici a fare
altrettanto.
A spese della Libertà ... che la Verità
evangelica doveva assicurare (Rom
8.32)
Si aggiunga poi, alle Lotte dei due Poteri, Chiesa e Impero, per le
Investiture e per altri campi di predominio, diretto o indiretto, la lotta tra
Riforma e Controriforma, con il compromesso finale, concluso nella Pace
di Augusta (1555), la cui massima sancita dall'Art. 3 "cuius regio, eius
religio", chiude sì una guerra, ma restringe ulteriormente i margini di
libertà da una parte e dall'altra.
Il risultato fu che, avendo il
potere dominante in una data regione, il diritto di imporre la propria
religione, cattolica o protestante, gli spiriti liberi, specie se in minoranza,
o dovevano abbassare la testa rinunciando obtorto
collo ai propri ideali religiosi, o prendevano, se potevano, le vie
dell'ignoto.
Ma la conseguenza maggiore fu che la ricerca, l'approfondimento e la
traduzione in prassi di alcuni elementi dottrinali che la Riforma avrebbe
dovuto portare alle sua logiche conseguenze, si
arrestarono, e divennero il compito di esigue e perseguitate minoranze, i
Riformatori radicali, cercare
di farlo in condizioni difficili.
I veri amici della Libertà di Coscienza/Culto/non Culto, non furono quindi
gli avversari speculari della Teocrazia, che volevano imporre altra
soggezione, ma coloro che vollero spezzare la catena che comunque
legava i due Poteri contendenti.
Erano, e sono, i sostenitori del Separatismo fra il Potere Civile e quello
Religioso. Ne tracceremo una
brevissima sintesi selettiva per ché, essendo alcuni personaggi e
movimenti poco noti, richiederebbero una illustrazione
troppo vasta, che non rientra in questo contributo.
Due, tra i personaggi che citeremo, pur privilegiando il Cesaropapismo, e
parteggiando di fatto per l'Imperatore, per la loro personalità e le brevi
opere relativa ai rapporti fra Stato e Chiesa, contribuirono fra i primi nel
tardo
Medio Evo, a elaborare una concezione separatista dei due Poteri in vista di una più corretto, conduzione della missione di ciascuno.
Erano: William of Ockham (1280-1349), francescano inglese, di cui
apprezziamo la ricerca di una autonomia della filosofia di fronte allo
assolutismo papale, la separazione tra fede e ragione, e la separazione fra
Chiesa e Stato.
Marsilio da Padova (1280
ca.-1342), teologo laico, che nel Defensor Pacis (1324), mentre teorizzava la
supremazia dallo Stato sulla Chiesa, faceva
derivare il potere dello Stato, a sua volta, dal popolo.
Abbiamo volutamente trascurato il filone dai sostenitori medioevali a
rinascimentali della Teocrazia, a partire da Tommaso d' Aquino, Gregorio
VII, Innocenzo III, Bonifacio VIII, Giles of Rome ... per passare a Jean de
Jandun cattolico a Lutero e Calvino, su su fino ad una degenerazione anabattista
(v. Teocrazia di Munster), ed i falliti tentativi teocratici dei
Puritani in Inghilterra e nel Nuovo Mondo.
Privilegiamo invece il filone di autori e operatori di libertà, di tal istanza
religiosa e di rispetto della diversità perché meno noti nel Nostro Paese.
Per sommi capi, naturalmente.
Un grosso contributo alla libertà religiosa dettero alcuni grandi umanisti,
come Nicola Cusano e Lorenzo Valla, direttamente, mettendo in
discussione l' autorità
papale, e indirettamente, dimostrando la falsità dalla Donazione di Costantino, con lo strumento della verità storica.
Nel periodo della Riforma, i già citati riformatori radicali, Anabattisti
nonviolenti, Mannoniti – eredi di questi – Sociniani, Fratelli Svizzeri, a gli
eredi degli Hussiti, gli Hutteriti, gli Schwenckfeldiani, tutti più o meno
libertari e tutti regolarmente perseguitati sia dai cattolici che dai
protestanti, rappresentano una straordinaria eccezione.
Altri teologi e liberi pensatori, nello stesso periodo,
scrissero e operarono per garantire tolleranza religiosa alle minoranze
oppresse, quali Erasmo da Rotterdam, Thomas More, Jean Bodin, Aconcio, il
Castiglione, Giordano
Bruno, a Mino Gelsi, e Jean Bodin, ed altri caduti nell'oblio.
Ma fu il '600 il periodo, del grande, scontro fra tolleranza e intolleranza,
sia nel continente europeo che in America.
L' Olanda e l' Inghilterra soprattutto furono sedi di dispute e lotte
durissime, avendo ospitato da circa un secolo i profughi anabattisti,
sociniani ed altri riformatori radicali, da cui avevano anche ereditato
principi di libertà religiosa.
In Inghilterra fiorirono, e spesso sfiorirono movimenti radicali libertari
accanto e contro la Comunione Anglicana ed i ribelli Puritani sostenuti in
questo dalle teorie sulla tolleranza di John Locke, di James Harrington, di
Algernon Sidney, di Dirck Coornhert, etc.
I loro Maestri diretti erano: Lilburne e Walwyn
per i Levellers, Muggleton e Reeve per i Muggletonians, Winstanley e Everhard
per i Diggers, Thomas Browne per i Brownists, Henry Nicholas (Niclaes) per i
familists (o Family of Love), Gaorge Fox, Robert Barclay, William Penn, John
Ballars per i Quaccheri, o Societa' degli Amici, in cui molti membri dei
movimenti precedenti e di una diecina di altri che qui non citiamo,
confluirono portando il loro contributo.
Anche in Inghilterra i tolleranti religiosi non furono tollerati dalle Chiesa
established e comunque più forti e organizzate, ma una serie di leggi e
decreti di tolleranza, strappati con lagrime e sangue dai primi, finirono col
rendere la Libertà religiosa un diritto acquisito per tutte o quasi le
confessioni religiose, specie dopo il Toleration Act, 1689, emanato da
William III.
Sul Continente intanto fioriva il Giusnaturalismo, che a poco a poco, sul
piano della filosofia e del diritto, faceva maturare una mentalità garantista
dei diritti dell'Uomo e del Cittadino, che fioriranno ulteriormente con l'Illuminismo.
Di fatto, tra il '600 e il '700 quasi nessun
Paese adottò misure di tolleranza ampie a durature, sia in Europa che in
America, salvo la Pennsylvania che godette di misure di libertà,
giustizia, solidarietà sociale ed interetnica, pace tra il 1682 e il
1756, fino a che durò il Sacro Esperimento concepito e realizzato da
William Penn - a ciò perché era vissuto dal comune sentire di una intera comunità.
Il filo
rosso infrangibile della libertà religiosa restò però retaggio
delle tre Chiese Storiche della Pace, Anabattisti/Mennoniti, a partire
dal '500, Quaccheri, dal '600, e Chiesa dei Fratelli, insieme ai
Battisti, dai primi del '600, in Europa, negli Stati Uniti e nel resto
del mondo, lasciando fino alla fine del '600 e del '700 un altro filo
rosso, di sangue.
Ancora Trattati e Dichiarazioni a favore .della Libertà di
Coscienza: nel 1701, in Pennsylvania, Will. Penn vara la Carta dei
Privilegi e dalla Libertà, estesa anche ai Nativi; nel 1708 il
Connecticut (USA) concede la Libertà Religiosa; nel 1713/14 il
Trattato di Utrecht tra Francia e Gran Bretagna permette la
liberazione dei prigionieri protestanti francesi dalle prigioni sulla
base dalla professione di fede, nel 1763 il filosofo francese Voltaire
pubblica il suo Traité de Tolérance (non dimentichiamo che aveva
conosciuto bene i Quaccheri, che li ammirava per la loro coerenza e
onestà, per la tolleranza e la continuità dell'impegno "non scritto" di
rispettare la libertà e il modulo di vita degli Indiani.
Sia la Carta dei privilegi che il pensiero e l'opera di Roger Williams
fondatore del Rhode, Island, ispirarono prima la Dichiarazione di
Indipendenza, 1776 delle ex Colonie Inglesi in America (presidente
della Cornmissione preposta, Thomas Jefferson), quindi le varie
dichiarazioni per la libertà religiosa nei vari stati, fra cui quella
redatta dallo stesso Jefferson per la libertà religiosa della Virginia
nel 1786, e infine, dopo la prima stesura della Constitution degli
Stati Uniti, l787, la serie dei primi dieci Emendamenti, 1789-91,
considerati come un vero e proprio Bill of Rights, una Carta dei
Diritti, il cui primo articolo assicura che "Il Congresso non dovrà
fare alcuna legge che stabilisca una religione, o che ne proibisca l'
esercizio, o che restringa la libertà di parola o di stampa ..."
Tali emendamenti sono ancora validi, e impediscono certi tentativi odierni
di limitare la libertà di culto di certe minoranze, come gli Indiani.
Dall'altra parte ruggisce il leone della intolleranza, che non sopporta le
restrizioni politiche e geografiche del potere Temporale al solo Stato
Vaticano attuale, non accetta le Guarentigie dello Stato Italiano, tuona
mediante documenti papali contro le libertà
dal pensiero moderno (Sillabo e Quanta Cura, pubblicati contemporaneamente nel
1864 da Pio IX),
rimpiange i privilegi d'una volta ... ma l'Emancipazione dei Valdesi,
mediante lettera Patenti di Carlo Alberto, il 17 febbraio 1848, è un fatto
compiuto.
Ci saranno ancora grossi scontri ad alto livello culturale e teologico per
impedire la marcia della libertà (v, il ricorso a teologi controriformatori,
come il card. Bellarmino ed il tradizionalista Joseph De Maistre), e la
sfida dei cattolici modernisti, dei laici progressisti, dei religiosi ridotti allo
stato laicale (i Bonaiuti, i Giovanni Pioli ...), degli storici alla Gaetano
Salvemini,
Accade però, anche in pieno XX Secolo, che la ragion di stato
spinga ex socialisti a ritrattare opere anticlericali e libertarie (v. Jean
Huss, di Benito Mussolini), e di adire alla politica concordataria.
Per buona sorte degli amanti della libertà anche la Chiesa Cattolica
ha i suoi enpiti di libertà, e così, nella Dichiarazione Conciliare
"Dignitatis humanae" (Concilio Vaticano II, 1963/65), si ha una
presa di posizione ufficiale verso la libertà religiosa, che deve essere
tutelata efficacemente, essendo essa tra i diritti inviolabili dell'uomo.
(Vedi i Documenti del Concilio Vaticano II).
Peccato che la Revisione del Concordato non ne abbia tenuto il
debito conto!
Nel dubbio cha la coerenza dei successori di Giovanni XXIII verso
le proprie solenni affermazioni di principio, e la coerenza dello
Stato, garante dai diritti dal cittadino, lascino ancora a desiderare, è
meglio chiedere e cercare di ottenere che questo ultimo ostacolo al
progresso dell'Uomo venga decisamente rimosso.
Davide Melodia 7.2.1994